Dalla Cabala ai Tarocchi
Data dell'evento:
Inizio
sabato, 25 Gen, 2020
15:00
Fine
sabato, 25 Gen, 2020
17:30
“Perché i Tarocchi sono ciò che noi ne facciamo – e possiamo solo farne un riflesso di ciò che siamo ai diversi livelli del nostro essere. Possono riflettere la mente, possono svelare l’inconscio, dar voce al “bambino interiore” – ma possono anche darti accesso alla verità più profonda, contattare il Maestro dentro di te. Tutto dipende da come giochi, tutto dipende da te.” (Prembodhi)
L’Albero della Vita con i suoi sentieri evolutivi e le sue “case” (Sephirot) è stato collegato dalle società esoteriche di fine ottocento ai Tarocchi, nel 1909 Arthur Edward Waite assegnò all’illustratrice Pamela Coleman Smith, sua discepola, il compito di disegnare un mazzo interamente figurativo con immagini dinamiche su tutte le 78 carte. L’artista si ispirò parzialmente al mazzo Sola-Busca (del 1409, il più antico mazzo completo conosciuto, attualmente conservato alla Pinacoteca di Brera, antecedente dunque di quasi un secolo ai mazzi comunemente definiti “Marsigliesi”). Il mazzo Waite-Smith ha per vocazione di sganciarsi dall’aspetto previsionale in auge a quel tempo, inserendovi invece il contenuto di introspezione e conoscenza della propria posizione in merito ad un determinato problema e direzionandolo alla crescita personale e spirituale.
In questa ottica proponiamo di avvicinarci alla sperimentazione di una o più letture dei tarocchi (a seconda del tempo a disposizione), essi si esprimono in maniera archetipica, il soggetto interrogante così come gli altri partecipanti, incluso il tarologo, sono parte di un “campo”, campo che avremo cura di preparare prima dell’inizio della lettura, ogni lettura dunque in qualche modo coinvolgerà tutto il gruppo.
Come funziona la serata : ogni partecipante scriverà su di un foglio la domanda per la quale desidera ricevere un contributo conoscitivo, il tarologo non conoscerà la vostra domanda, che potrà rimanere privata (a meno che al termine della lettura il consultante desideri condividere le proprie comprensioni con il gruppo). Lo scopo di non conoscere la domanda risponde alla necessità del lettore di carte di essere il più possibile a servizio e libero dalle influenze delle credenze personali sulle tematiche proposte.
Verrà poi estratto a sorte il nome di uno dei partecipanti alla serata e per esso si farà la stesa e la lettura delle carte, al termine si proseguirà allo stesso modo con altre letture.
La “stesa”: vengono stese 10 carte (una per ogni Sephirot o “emanazioni”: le Sefirot nella Cabala ebraica sono le dieci modalità o gli “strumenti” di Dio a cui ci si riferisce con Or Ein Sof, “Luce Senza Limiti”, attraverso cui l’Ein Sof, l’Infinito, si rivela e continuativamente crea sia il reame fisico che la Catena dei Reami metafisici superiori – Wikipedia). In aggiunta viene scelta dal consultante una undicesima carta che rimane inizialmente nascosta (l’undicesima sephirot: Daat).
Il tarologo (che ricordiamolo, NON conosce la domanda), fa una prima lettura “letterale” delle carte nelle rispettive posizioni, ogni posizione ha infatti un suo significato specifico che determina il senso della carta, vengono inoltre offerti i contenuti simbolici presenti nelle immagini, il consultante è coinvolto nel dare un proprio significato personale a ciò che vede. Il tarologo in questa modalità di lettura non è un “mago visionario” ma un tecnico, una persona che ha studiato e sperimentato a lungo e che si pone a servizio. In seguito si osservano le carte in relazioni tra di loro, lungo le tre colonne dell’Albero della Vita e nella loro specularità. Il processo di comprensione prosegue in maniera dinamica e partecipata fino a che il consultante non comunica di aver ricevuto il contributo conoscitivo inerente il quesito.
Il gioco dei tarocchi è, non dimentichiamolo… un gioco!!!! La sfida di fare una stesa semplicemente osservando cosa accade è una provocazione alla mente logico razionale e può aprire una porta verso la comprensione sperimentata, del fatto che davvero siamo interconnessi, che siamo parti integrate di un tutto, che la sensazione di separazione è una illusione.
Questa credo, sia la parte più interessante ed importante dell’esperienza.
Conduce la serate: Gian Bodo, Operatore Olistico
Contributo di partecipazione 2o euro